Sui media italiani non c'è traccia della notizia, ma nei giorni scorsi – il Telegraph – titolava così: “l'Ucraina disperata potrebbe non ospitare lo Eurovision a causa della mancanza di fondi”. Nell'articolo si parla anche delle dimissioni del direttore generale della TV di Stato ucraina, dovute proprio a questo motivo. Effettivamente il Paese si trova in una situazione critica: la guerra a bassa intensità nel Donbass drena una fetta importante del bilancio pubblico, la valuta nazionale è in caduta libera, per non parlare della crescente instabilità politica. Pochi giorni fa, un personaggio solitamente abbottonato come Jon Ola Sand – supervisore esecutivo dello Eurovision – dichiarava di essere “lievemente preoccupato dal fatto che il tempo sta scorrendo; la TV ucraina e le autorità cittadine di Kiev – ha aggiunto - devono accelerare”. Eddy Anselmi – storico della musica leggera e della manifestazione – ricorda che “l'ultima volta che un Paese ha rinunciato ad ospitare l'evento è stata 37 anni fa. In quell'occasione Israele rifiutò di organizzare lo Eurovision – nonostante avesse vinto l'edizione dell'anno precedente – adducendo la concomitanza della ricorrenza del Giorno del Ricordo”. La parola definitiva sarà data al meeting dell'EBU di Ginevra di dicembre, qualche giorno fa, invece, si è riunito a Kiev il reference group dello Eurovision, per monitorare la situazione. Il Primo Ministro ucraino ha detto che se in precedenza il semaforo era tra il rosso e il giallo, ora è tra il giallo e il verde. Tanto che – nel frattempo – il Parlamento ha approvato un emendamento alla legge anticorruzione, permettendo di mettere sotto contratto le professionalità necessarie per l'organizzazione dell'evento. E comunque il Governo ha già versato una fidejussione. L'allarme sembrerebbe rientrato, insomma; anche se – qualche malizioso – fa notare che proprio nei giorni della manifestazione non sono previsti eventi alla Globen Arena di Stoccolma. Sia come sia il Titano si sta preparando, e chiede all'organizzazione una modifica delle regole sul voto varate nel 2015. Diversamente dagli altri Paesi, infatti, San Marino ha la facoltà di assegnare solo 58 punti su 116, visto che il televoto è tecnicamente impossibile in Repubblica. San Marino RTV, allora, ha presentato una proposta di simulazione del televoto durante i live show, tramite la creazione di un campione di spettatori statisticamente rappresentativo, che voterà durante le dirette televisiva. La proposta è ora al vaglio dell'EBU e verrà studiata in tempo utile per l'edizione 2017.
I più letti della settimana:
{{title}}
Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy. Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy