"Figli delle stelle": la nuova commedia ironica italiana stile "Soliti ignoti"
La scena esilarante è proprio quella legata al successo di Alan Sorrenti del ‘77 “siamo figli dele stelle” (nel covo in un momento di relax tutti cantano e ballano, mimando le sue movenze): trentenni dopo lui è ancora così vive negli States e canta sempre la stessa canzone. Loro invece sono una banda di precari della vita tutti ex: operaio, studente e insegnante, terrorista e mammone; contro l’italietta politica di oggi inventano un rapimento proletario con riscatto in nome della classe operaia (quella odierna delle morti bianche, attualissime, per intenderci): fanno il colpo ma rapiscono un anonimo sottosegretario (Tirabassi) neppure tanto male; anche simpatico! Scomodo. Commedia nera sull’antipolitica molto all’italiana, spiritosa da far sorridere, tranne nella scena della canzone dove si ride sbellicandosi ballonzolando a tempo di musica sulla poltrona. Un cast gestito dal regista Pellegrini a corrente alterna: difficile domare Fabio Volo, bresciano doc nei panni del proletario veneto insieme a un improbabile Favino alla marchigiana. Battiston rivoluzionario di “peso” diventa talmente ingombrante da offuscare tutti. Tirabassi è sulla via della “santificazione” cinematografica come Servillo con Gorbaciof e Una vita tranquilla. Comunque la storia è buona, forse migliore per un corto.
Francesco Zingrillo
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