Era così Gaber. Sagace, diretto, ironico e pungente. Attraverso il canto, la recitazione, la mimica, sapeva analizzare lucidamente la realtà; scavare nel profondo dei mali del nostro tempo, senza demagogia. Con i suoi puntuali approfondimenti, il giornalista Andrea Scanzi guida il pubblico nel mondo dell’eclettico artista. Riflessioni che consentono di scoprire i momenti salienti di quel Teatro Canzone che ha consacrato il Signor G. per oltre 40 anni.
Viene ricordato il brano del 1980 “Io se fossi Dio”: il più censurato della storia d’Italia - dice Scanzi - per le invettive lanciate, in modo trasversale, alla politica dell’epoca. A dispetto di ogni personale giudizio, Gaber resta un indiscusso punto di riferimento artistico e culturale per tanti giovani, oggi come allora. La bellezza di essere liberi.
s.p.
Viene ricordato il brano del 1980 “Io se fossi Dio”: il più censurato della storia d’Italia - dice Scanzi - per le invettive lanciate, in modo trasversale, alla politica dell’epoca. A dispetto di ogni personale giudizio, Gaber resta un indiscusso punto di riferimento artistico e culturale per tanti giovani, oggi come allora. La bellezza di essere liberi.
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