Garibaldi sul Titano, il contesto storico e la San Marino di allora nell'analisi di Casali
Le celebrazioni dello scampo di Giuseppe Garibaldi e la figura dell''Eroe dei due Mondi” nelle parole dello storico Verter Casali, a partire dal contesto storico e sociale di allora.
“Era un Paese povero; un Paese con qualche migliaio di anime su tutto il territorio – spiega lo storico Verter Casali - un Paese, però, solidale, che ha dato una mano a questi disgraziati quando sono entrati nel nostro territorio, scappando dall'inseguimento da parte dell'esercito austriaco. Hanno cercato di aiutarli e di sfamarli, di proteggerli per quello che potevano. Gli austriaci si sono fermati attorno ai nostri confini, quindi Garibaldi ha potuto effettivamente salvare la pelle e con lui molti dei suoi uomini che l'avevano seguito fin da Roma. È il periodo dei moti liberali".
C'era fermento tra i sammarinesi?
"Sì, c'era un gruppo di giovani che aveva partecipato ai moti del '48. Altri giovani hanno partecipato ai moti del Riminese dal 20-21. Ci sarà poi un gruppo assassino che ucciderà nel 1853 il Segretario Giambattista Bonelli: due sammarinesi, due borghigiani gli tenderanno un agguato vicino a casa e lo ammazzeranno. Non era ovviamente un movimento molto ampio, però c'erano parecchi giovani che credevano agli ideali risorgimentali, che credevano all'unificazione d'Italia e gli stessi ideali li trasportavano all'interno di San Marino, perché era governato da un'oligarchia. Erano repubblicani, che volevano veramente il suffragio universale, volevano abbattere l'oligarchia locale".
Perché secondo lei ha senso continuare a celebrare Garibaldi?
"All'epoca era considerato un bandito, tanto è vero che i documenti di quegli anni parlano di 'Banda Garibaldiana', lo trattano come un bandito. Poi la storia la creano i vincitori e lui è stato uno dei vincitori, perché l'unificazione italiana deve moltissimo a Giuseppe Garibaldi, soprattutto con la Seconda guerra d'Indipendenza. Oggi ha senso perché comunque è un eroe dell'unificazione – poi c'è gente che non è d'accordo che l'Italia sia stata unificata e avrebbero forse preferito una Italia suddivisa come era in precedenza -. Però lui ha contribuito, insieme a Cavour, insieme Mazzini, insieme a Vittorio Emanuele II, a creare l'Italia. Va celebrato perché l'Italia oggi è unita grazie anche a lui".
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