UNESCO

Gessi e Grotte Appennino entrano nel Patrimonio Unesco

Riziero Santi, sindaco di Gemmano: 19 settembre, giorno storico per il riconoscimento delle grotte di Onferno

Gessi e Grotte Appennino entrano nel Patrimonio Unesco.

La Regione Emilia-Romagna centra uno straordinario obiettivo, l’iscrizione nella lista dei beni naturali del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco del Carsismo e grotte nelle evaporiti dell’Appennino settentrionale. La decisione è arrivata oggi a Riyad (Arabia Saudita), dove si è riunito il Comitato internazionale dell’agenzia delle Nazioni Unite, a seguito della valutazione positiva dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, organo di consulenza tecnica dell’Unesco.

Un sito seriale composto da sette aree nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna: Alta Valle Secchia (Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano), Bassa Collina Reggiana (Paesaggio Protetto della Collina Reggiana), Gessi di Zola Predosa (sito Natura 2000), Gessi Bolognesi (Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa), Vena del Gesso Romagnola (Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola), Evaporiti di San Leo (sito Natura 2000), Gessi della Romagna Orientale (Riserva Naturale Regionale di Onferno).

Per la presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Emma Petitti, "Oggi è una grande giornata per il nostro territorio. Un riconoscimento che ci dà tantissima soddisfazione e ci porta a soffermarci su quanto sia importante valorizzare le ricchezze ambientali, storiche e culturali della nostra regione. Congratulazioni al Comune di Gemmano, al Comune di San Leo e a tutte e tutti coloro che si sono impegnati per questo significativo risultato".

L’iscrizione arriva dopo sette anni di impegno da parte della Regione, dei 19 Comuni, dei 4 Enti di gestione dei Parchi, delle Università di Modena e Reggio Emilia e di Bologna, della Soprintendenza, della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento e la collaborazione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Si tratta del sesto sito naturale italiano riconosciuto da Unesco e del secondo per l’Emilia-Romagna, dopo le Faggete vetuste delle Foreste Casentinesi. Ma complessivamente salgono a 16 i luoghi che in Emilia-Romagna– a vario titolo – possono fregiarsi a vario titolo della prestigiosa attribuzione.

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