Gli 81 anni di Francesco Guccini, che ha ancora la forza di scegliere parole
Nato il 14 giugno - come "Che" Guevara - del 1940, il Maestrone continua a regalare spunti di saggezza attraverso i suoi libri. Si definisce ormai "scrittore", ma lo è sempre stato
“Giugno, che sei maturità dell'anno, di te ringrazio Dio:
In un tuo giorno, sotto al sole caldo, ci sono nato io, ci sono nato io...”
È lo stesso Guccini, in “Canzone dei dodici mesi”, a ricordarci i suoi natali. Il Maestrone oggi compie 81 anni. Da tempo ormai lontano dai palchi, Francesco Guccini continua a donare ai fan, di ogni generazione, perle bibliografiche che trasudano conoscenze antiche e tradizioni ormai dimenticate. Non una novità, a dire il vero, visto che il primo libro pubblicato, “Cronache epifàniche”, è del 1989. Produzione letteraria poi continuata anche attingendo alla tradizione giallistica italiana con la serie scritta a quattro mani con Loriano Macchiavelli, da cui nacque il personaggio, iconico tra gli appassionati, del maresciallo Santovito.
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Il filo che unisce tutte le fatiche letterarie di Guccini – ma un po' anche quelle cantautorali – è l'amarcord dei tempi andati (“Il tempo andato non ritornerà”) e l'appassionata celebrazione delle tradizioni, meglio se orali e ancor meglio se sconosciute ai più. Da quest'ultimo intento nasce “Tralummescuro. Ballata per un paese al tramonto”, finalista peraltro al Premio Campiello 2020, tutto basato sulla rievocazioni di riti pagani, autentici, montanari, della sua Pavana. Un mondo sì celebrato ma non idilliaco, in cui “i saggi ignoranti di montagna, che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia” dovevano faticare dall'alba al tramonto per trovare sostentamento per sé e la famiglia (sempre allargata o allargatissima).
E oggi, 14 giugno, sarebbe una grave dimenticanza non fare cenno alla sempre sottesa lotta, inesausta, contro i soprusi del potere. 14 giugno che è data di nascita anche di Ernesto Guevara, celebrato in “Stagioni”, nell'omonimo disco, in cui Guccini avverte i reazionari “perché non sono finite le rivoluzioni” e che da qualche parte il “'Che' ritornerà”. Dalla “terra boliviana” alla Mancia, lo stesso album contiene anche la traccia “Don Chisciotte”, in cui il “folle” personaggio di Cervantes sacrifica vita e raziocinio, in nome della Giustizia, senza temere di essere sconfitto.
Auguri allora a Guccini, Don Chisciotte dei nostri tempi, “un po' folle, un po' saggio nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio”, che ha ancora la forza di scegliere parole.
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Nel novembre 2017 ha realizzato una produzione con Francesco Guccini, in occasione della riapertura, dopo 30 anni, dell'Osteria della Dame. Simbolo di un'epoca - la Bologna dei cantautori; unica l'esperienza - quella originata dall'incontro fra Francesco Guccini e Padre Michele Casali, che voleva per i suoi giovani un luogo di socialità nel nome dell'arte e della musica.