In pieno boom economico sull’onda della “Riminizzazione” nella contraddizione del modello verticale di sviluppo architettonico vedeva la luce, il Palazzone, fra mille polemiche: progettato nel 1957 e inaugurato nel ’60, il famoso “Gratta” era sulla bocca e negli occhi di tutti: turisti e cittadini a naso in su facevano a gara nel salire e scendere con l’ascensore a tutta birra - anche più volte al giorno - i 27 piani per 100 metri verticali quasi fosse una finale mondiale a ostacoli (per i tanti piani). E pensare che il gigante di mattoni e vetrate a metri quadri aveva i piedi d’argilla inizialmente per almeno 10 anni si è assestato comodamente alla base, ha smosso il fondo del terreno d’appoggio, puntando le fondamenta per alcuni centimetri abbassandosi. Le ha viste tutte dall’alto dei suoi 180 appartamenti abitabili: prima i ricchi borghesi anni sessanta, Vip e artisti anni settanta, primi immigrati di colore anni ottanta fino ad aggi con variopinte famiglie di ogni continente e latitudine. Un spicchio di mondo colorato sospeso fra le nuvole, varia umanità che ci guarda da lassù. Compie mezzo secolo e qualcuno lo vorrebbe rinnovato, avveniristico in un restyling all’americana, tanto per cambiare: noi siamo se ci è permesso per la tradizione, conservatori al limite quasi reazionari… per gli occhi di chi ha visto il passato, da giù, col cuore.
Francesco Zingrillo
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