Tra le “vittime” della crisi economica, quest’anno, anche Halloween. La festa anglosassone ormai spopola anche in Italia, dove sono milioni gli appassionati del dolcetto o scherzetto. Ma tra le zucche che ormai abbiamo imparato a svuotare ed intagliare a perfezione, spunta la crisi. Più spaventosa delle maschere che da questa sera busseranno alla porta. Non ha dubbi la Confederazione italiana agricoltori di Reggio Emilia, che fa i conti in tasca al “business dello spavento”. E anticipa: si spenderà il 10 per cento in meno rispetto al 2010. Il fatturato complessivo della festa del Capodanno celtico declinata all'italiana resta comunque su cifre elevate: 360 milioni di euro tra dolcetti e cioccolata, costumi, cene e naturalmente zucche. Si ridimensionano dunque i consumi di un fenomeno commerciale che negli anni è entrato prepotentemente nelle nostre abitudini; il portafoglio più leggero degli italiani non risparmia le zucche, importate in Italia come la festa di cui sono simbolo. Senza grandi affari per gli agricoltori peraltro, se è vero che sul prezzo di vendita finale la fase produttiva incide per appena il 18 per cento. Ma qualcuno che ci guadagna ci sarà, dietro un business declinato all’italiana che pur ridimensionato vanta un fatturato di tutto rispetto. Ma il giorno in cui il velo tra i morti e i vivi si fa così sottile non è quello adatto per le domande: l’appuntamento con dolcetto o scherzetto ormai è radicato e ci sarà, anche se sottovoce. Alla faccia della crisi e nonostante la presa di posizione della Chiesa cattolica, che torna a ricordare: è una festa pagana che contamina le tradizioni a favore del consumismo.
Sara Bucci
I più letti della settimana:
{{title}}
Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy. Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy