I "Ragazzi di vita" di Calvagna sono una GANG romana
Ieri l'anteprima a Roma del film BABY GANG di Stefano Calvagna che stasera sceglie la multisala riminese per proporre in riviera il suo lungometraggio sulle periferie giovanili violente
Calvagna, Roma ce l'ha dentro da sempre: è addirittura il nipote di Lamberto Maggiorani, l'Antonio protagonista di “Ladri di Biciclette” di De Sica. Cinema e realtà si confondono anche oggi nella Capitale, tra Cinecittà e il Serpentone di Corviale, il neorealismo verista e pasoliniano ci stanno a pieno dentro le pellicole crude e brusche sulle borgate e le nuove periferie esistenziali del regista romano. Il copione è un canovaccio giornaliero, che sviluppa la storyline dentro la testa del filmmaker, le scene fanno muovere gli attori di strada come in una GOMORRA romana dove i giovanissimi vogliono fare di ogni dovere un loro egoistico diritto negativo: la morte senza speranza dell'adolescenza. Famiglie e quartiere d'origine contano ma poi ognuno sceglie la propria strada facendo della normalità magari in palestra, nello sport o sul lavoro, la vera vittoria della vita sulla morte, appunto: e in tanti ce la fanno... Far soldi e godere il “benessere” (anche le ragazze si prostituiscono ed entrano nel gioco per denaro e vizi) sono le linee guida della nuova manovalanza criminale capitolina e il cinema può aiutarci a comprenderle e a guarirle.
fz