In memoria del "Caravaggio del XX secolo"
Morto in circostanze tragiche Luciano Ventrone, “il Caravaggio moderno” secondo il critico Federico Zeri. Il pittore romano che lavorava e viveva a L'Aquila possedeva una tecnica del colore inimitabile
Le sue nature morte contenevano la fotografia tanto da esprimere la pittura come in uno scatto personalissimo fatto di luce e colore spinti. Ci lavorava tanto sugli strati di pittura e le 'mescole' da stendere sulla superficie cercando la luminosità riflessa come un'ossessione provocata in studio con le pose. Caravaggio illuminava visi, corpi e vegetali, in assenza di luce Ventrone, invece, ce la metteva artificialmente per poi toglierla con le pennellate dando un effetto 'artefatto' più vero... Luciano è letteralmente esploso, una notte di qualche giorno fa, colpito dalla deflagrazione della bombola ad ossigeno che usava per respirare dopo aver fumato anche di notte maneggiando l'accendino nel suo studio-abitazione, si alzava per lavorare a una cosa che aveva lì negli occhi e dentro il cuore. Lo scoppio a sparso intorno tavole, tele, barattoli, fiori e frutti mescolando il rosso della mellagrana e la pasta dolce dell'anguria al respiro del suo corpo come natura morta... pitturata dal destino.
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