"Io sono Li" di Andrea Segre, stupisce e riempie, in Sala rosa a via Roma la sera ancora per 2 giorni
Il film è sottotitolato perché parlato in mandarino e veneziano stretto, la lingua italiana è marginale e serve a tradurre il necessario, per vivere e lavorare: “ciòdo (il chiodo o debito) e canòcia (la canocchia o panocchia, il crostaceo) valgono molto più delle ciminiere di Marghera sostituite spesso dalle Prealpi (finte? Sulle panoramiche vere a monte) imbiancate da fiaba come unico effetto speciale naturale… Lei soffre ma non piange nemmeno alla fine lui ha già pianto in passato per la morte della moglie. Bella storia filmata alla grande con attori splendidi come Paolini, Battiston o Citran per non dire dei protagonisti.
POSCRITTO
Segre lascia il posto, in sala, da venerdì all’ultimo Olmi sempre dal Festival di Venezia ancora una chicca d’autore al Settebello di Rimini: avercene di sale (in zucca!) così… il cinema non morirebbe in casa dentro un dvd.
fz