ISTITUTI CULTURALI

L'archivio delle Biennali Internazionali d'Arte diviene patrimonio collettivo

Acquisito l'archivio documentale. Quadro di un'epoca e del suo fermento artistico. Nate come "Premi d'arte figurativa", poi Biennali internazionali d'arte di San Marino. Dal 1956 al 1967

È lo spaccato di una esperienza culturale unica. Acquisito dall'ex Centro Pio Manzù, il ricco archivio documentale accende i riflettori sulle Biennali internazionali di San Marino: strettamente legate al nome di Gerardo Filiberto Dasi, che ne fu Segretario Generale, ma anche a personaggi chiave come Giordano Bruno Reffi, direttore dell'allora Ente per il Turismo o artisti come Giulio Carlo Argan che ne diresse due edizioni.

“Testimoniano un fervore culturale che in quegli anni è stato particolarmente significativo per San Marino – dice Vito Testaj, Responsabile Arti Performative degli Istituti Culturali -, ma anche proprio per tutta questa zona, questa area geografica e che ha dato l'avvio ad un impulso di sviluppo di produzione artistica di livello assolutamente altissimo, addirittura di livello internazionale, con artisti che guardavano a San Marino da tutte le parti del mondo”.

Riordino, catalogazione e digitalizzazione sono in corso, proprio nel cuore della Galleria Nazionale, con la supervisione dell'Archivio di Stato. Esemplari unici, a partire dalle 285 buste con materiale epistolare - corrispondenze, cartoline, telegrammi - a firma di grandi artisti, da Christo a Emilio Vedova.

“Si tratta di un invito serigrafato – spiega Rita Canarezza, operatore culturale Galleria Nazionale - ma con gli interventi suoi diretti, di schizzi suoi diretti. Sono degli originali, quasi delle opere. Poi abbiamo per esempio delle bellissime lettere di Munari, firmate in un modo originalissimo. Ci sono gli album fotografici di ogni Biennale di San Marino e poi tutte le documentazioni dei convegni, tra critici, studiosi, artisti; tra Verucchio, Rimini, San Marino, Ferrara, tutto l'entroterra. E questi convegni – prosegue Canarezza - erano la base delle Biennali stesse. Partirono prima delle Biennali e continuarono anche dopo”.

Quadro di un'epoca e del suo fermento artistico, pensando già ad iniziative per garantirne una quanto più ampia fruizione e valorizzazione, verso nuove prospettive: “Sicuramente – annuncia Testaj - quello di cercare di recuperare uno spazio di sviluppo della creatività, della cultura, dell'arte e dell'espressività nel nostro territorio, facendo tesoro di questa esperienza fondamentale, che abbiamo sviluppato in quel periodo. Magari, ci piacerebbe farlo anche con tanti altri soggetti, che possono accompagnarci lungo la strada”.

Nel video, le interviste a Vito Testaj, Responsabile Arti Performative degli Istituti Culturali e a Rita Canarezza, operatore culturale Galleria Nazionale

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