L'Odio non paga neanche al cinema
In multisala romagnola dal weekend “NON ODIARE” passato alla Settimana della Critica veneziana il film su violenza e razzismo con Alessandro Gassmann coprodotto dalla Rai
Mai come adesso (e le cronache lo testimoniano) “NON ODIARE” di Mauro Mancini è quasi un comandamento nuovo. Dove non si ama più ci si fa del male fino a odiare e basta. Il pretesto è sempre un pregiudizio verso l'altro. “La pelle delle nostre città” - dice il regista dell'opera prima - e il suo colore. La pelle tatuata o marchiata. Bruciata dal sale o sporca ai semafori, ferita dalla violenza e di qualsivoglia tinta. Il film racconta semplicemente ciò che abbiamo intorno: un mondo dove “l'Amore non è amato”. Un non luogo in una città qualunque, al nord, dove vive Simone Segre medico di origine ebraica che un giorno cerca di soccorrere un ferito in strada. L'adulto, uomo maturo, porta tatuata sul petto un svastica e sulle braccia le mostrine stampate delle SS: il dottore si ferma non presta soccorso, lo lascia morire. Scappa via ma non dal rimorso; e tornerà indietro per espiare... inconsapevolmente pagherà il conto, alla fine. Figli di padri morti per cause inconciliabili devono comunque vivere... e imparare ad amare nonostante i ruoli sociali lo consentano sempre meno. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
fz