"La libertà è terapeutica" un convegno a Rimini celebra i cento anni dalla nascita di Basaglia
Venturini, psichiatra che fu nello staff di Basaglia: "I nuovi manicomi sono alcuni centri per migranti, le case di riposo dove gli anziani con demenza vengono legati"
“Noi abbiamo dimostrato che l'impossibile è possibile” cita Basaglia Ernesto Venturini, psichiatra, che a Trieste e Gorizia fu parte dello staff che fece la storia dell'inclusione. “Utopie della realtà” è il primo di una serie di incontri che Centro Studi italo brasiliano Basaglia, Cooperativa Centofiori, servizio di sanità regionale Emilia Romagna dedicano ai cento anni dalla nascita di chi dimostrò che l'utopia della società senza manicomi è possibile.
Al Fulgor di Rimini seminari, tavole rotonde, presentazioni di libri e film sull'attualità del pensiero di Basaglia. Il titolo richiama alla libertà: dalle mura dei manicomi, dagli stereotipi che costituiscono barriere, dallo stesso percorso terapeutico che non si basa sulla fiducia. La libertà è terapeutica quando è responsabilità.
Una riflessione a più voci lucida, lontana da retorica e mitizzazione, che nel riannodare le tensioni ed i limiti dell'attuazione della legge 180, ne riscopre il cambiamento che sancì e che tuttora regge. Il dott Venturini fu l'ultimo direttore del manicomio di Imola, realizzando il sogno di Basaglia insieme agli ex internati sparse il sale sull'area dove sorgeva la struttura, affinché non germogliasse l'idea della imposizione.
L'attualità del messaggio di Basaglia sembra indicare che l'utopia riguarda il presente più che il futuro. “Oggi i manicomi sono i centri di accoglienza per migranti, le casa di riposo dove gli anziani affetti da demenza vengono legati", dice il dotto Ernesto Venturini, che però ricorda le parole di Franco Basaglia. “Potrà accadere che i manicomi che abbiamo chiuso si riaprono. Ma noi abbiamo dimostrato che l'impossibile è possibile e questo non potrà essere vanificato da niente e nessuno”.
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