FESTIVAL APERTO EMILIA

La Saudade nel Fado in danza contemporanea

“RUA” del coreografo napoletano Adriano Bolognino alla Cavallerizza coprodotto da i Teatri di Reggio Emilia per il festival del balletto

Dalla SAUDADE portoghese di Pessoa sugli “eteronomi” (le diverse personalità [lo scrittore di Lisbona ne aveva 4 in diversi pseudonimi e stili poetici come in musica con il Fado tra Portogallo e Brasile] che si compenetrano in letteratura e nella danza contemporanea): SAUDADE in galizio/gallègo, una “parola-concetto” - diceva Tabucchi. Bolognino è un giovane coreografo 27enne che ha conosciuto la NOSTALGIA e come “matar saudades” (ritrovarsi e rincontrarsi per famigliarizzare dopo tanto tempo) : la scomparsa del sentimento rivedendo un luogo o una persona amati. Ha tradotto in coreografia e movimento del corpo quel che il Fado fa con la musica lusitana radice di quella portoghese e in parte brasiliana. “RUA” è una via o una casa perduta... durante una traversata oceanica che ti porta nel mare che non c'è, più. “una presenza dell'assenza/ un no in un sì/; come se il buio dovessi illuminarsi da solo//. Il sole della solitudine, canta Gilberto Gil.

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