La Storia riabilita il brigante Martignon

Il processo per l'eccidio dei carabinieri ieri a Sant'Agata Feltria

Grande partecipazione domenica al processo alla storia per Martino Manzi detto "Martignon" tenutosi a Sant’Agata Feltria. Al teatro Mariani e nella sottostante Sala delle scuderie per oltre tre ore il rito giudiziario simulato con il quale si sono rivissute le vicende del famoso bandito ed in particolare la strage dei carabinieri di San Donato nel 1872. Preceduta dalla Ballata di Martignone eseguita da Domenico Bartoli e Andrea Santarelli, si è insediata la Corte d’Assise di Sant’Agata Feltria presieduta dall’avv. Lorenzo Valenti con Avv. Gianguido Maggioli giudice a latere e Teresa Giotti quale cancelliere ed il pubblico presente quale giuria popolare.

Nel corso dell’istruttoria il Procuratore del Re, impersonato dal sostituto Procuratore delle Repubblica di Rimini dott. Davide Ercolani, attraverso le testimonianze del Delegato di Pubblica Sicurezza (Davide Cangini), il direttore della miniera (Carlo Evangelisti) l’ex sindaco (Franco Vicini) e Lucia Cantori (Francesca Viola Mazzoni) si sono ricostruite nel dettaglio le ultime vicende dell’imputato. Spettacolare l’ingresso in aula del redivivo Martignon (Marco Giulio Magnani), immediatamente arrestato dai Carabinieri presenti in aula in divisa storica e portato alla sbarra. Nella sua requisitoria il Procuratore del Re ha magistralmente ricostruito i fatti con dovizia di particolari, sottolineando l’efferatezza delle uccisioni dei tre carabinieri ed il carattere estremamente violento dell’ambiente minerario.

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La difesa assunta dall’avv. Piero Venturi, evidenziando la durezza della vita di miniera, ha posto l’accento sugli ideali di riscatto sociale e di ribellione ai soprusi dello Stato monarchico liberale da poco insediato che animavano la comunità dei minatori ed in particolare Martignon che ne diventò poi il capro espiatorio. Alla fine entrambe le parti hanno riconosciuto la colpevolezza dell’imputato in ordine al reato di pluriomicidio a lui ascritto. L’accusa ne ha chiesto cosi la pena di morte tramutata in carcere a vita. La difesa, in considerazione delle attenuanti di carattere morale sociale e storico, ne ha richiesto l’amnistia e la riabilitazione storica. Nel voto del pubblico ha prevalso quest’ultima tesi con una votazione conclusasi con 99 voti contro 80.

Nel video l'intervista all'avv Lorenzo Valenti, che ha presieduto la Corte d'Assise, al "Procuratore del Re" Davide Ercolani e all'avvocato Piero Venturi 

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