Il Vaso di Pandora è la tazza del cesso: un bagno curiosamente unisex, a vista. Orinatoio e Bidet. Vortice (coacervo) di manie, fobie, pazzie: un getto d'aria calda sull'umanità igienica che si scarica in bagno. Box e cabine (vuoto/pieno) da cui traspare un'infinita solitudine in fondo a una latrina nel sottosuolo di una città. Come in un quadro di Edward Hopper: un luogo di passaggio. Una sala d'attesa. Un camerino per sconosciuti. Un'anticamera... Uno spazio amorale in cui la violenza e la nudità sono sospese in un 'attentato' alla intimità violata. Anche i bagni di Hopper sono algidi come i corpi bianchi, morti e bruciati da una luce fredda di morte. Le maschere di ognuno dei comprimari recitanti (un carosello di viaggiatori, cuochi, sposi e ciclisti) sono occhiali, bende, mutande e fazzoletti: carta straccia... che finisce nel (v)water.