Dreyer, giornalista e regista geniale, diede non a caso al lungometraggio (è un “sound film” tradotto all'origine già nel 1932 in 3 lingue) il sottotitolo “SOGNO (traumatico) DI ALLEN GREY” perché l'inquietudine emotiva, creativa e intelligente della storia, lo compenetrava fino in fondo (dopo il primo insuccesso piombò in una depressione buia per 11 anni non fece film). VAMPYR porta per la prima volta sul grande schermo una VAMPIRA (certa Margueite Chopin) raccontata in un manoscritto senza tempo regalato al protagonista ALLEN o DAVID (che sembra Dreyer davvero) da un uomo vecchio che morirà alla consegna della vera storia di un'ombra. La novella gotica è tratta dall'originale CARMILLA di Le Fenu ma al cinematografo assume un fascino così intenso da diventare un cupo sogno in B/N a occhi aperti in fotogrammi a fondu nero in dissolvenza continua... Un capolavoro del cinematografo 'espressionista' alla tedesca che contiene tutti gli esperimenti horror del cineasta danese sulla paura, riprodotti nei decenni successivi, dall'industria cinematografica americana.
fz