Grande prova d’attore di Paolo Bonacelli, perfetto nel trasmettere al pubblico la frustrazione e insieme il compiacimento del suo essere “malato immaginario”. Il mondo visto con gli occhi dell’ipocondriaco Argante, classico personaggio farsesco che Molière si è cucito addosso anche per denunciare, con crudo realismo misto ad ironia, le miserie e le contraddizioni del suo tempo. Esilarante il confronto in scena con l’astuta quanto fedele cameriera Tonina. L’ultima opera scritta dal grande commediografo. Per quattro recite lui stesso ne è protagonista. Fino a quel 17 febbraio 1673: il sipario cala e, stanco e malato, Molière muore dopo poche ore. Anche per questo il testo mantiene un certo alone di sacralità che lo rende prova ambita da importanti attori e registi.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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