Il pianeta di cui si parla è il polo navale della meccanica veneziana fatto di acciaio e acqua di mare da ormai un secolo. SEGRE lo guarda con gli occhi della laguna immobile non senza poesia ma con concretezza politica di chi vive a VENEZIA. Un mondo popolato da maestranze di ogni parte del globo che vivono lì dentro come Giona (o forse Pinocchio) nel ventre delle navi in costruzione: sicuri di uscirne ma senza una speranza futura. La crisi della siderurgia e del petrolchimico industriali (come per l'ILVA d'altronde) sono (feticci) bastioni abbandonati dell'era telematica e dei container senza fine, che nascondono e 'contengono' un'idea di progresso industriale svanita come una ferita inferta sull'acqua sporca di idrocarburi. Nel docufilm del cineasta veneto ( autore dallo sguardo asciutto, con occhio lucido e malinconico) sopravvive una brulicante umanità di cuoche, manager e giovani operai (pochi gondolieri...), tanti camionisti di chissà dove che raccontano a modo loro la carcassa di un'utopia proletaria senza tempo: IL PIANETA IN MARE di un'altra VENEZIA MARINARA...
fz