Ha aperto con la Juventus il noto scrittore e polemista autore di best sellers religiosi tradotti in tutto il mondo. Ringraziando soprattutto gli uomini presenti in sala per la devota rinuncia “penitenziale” alla Semifinale di Champions. Continuando con un grazie di cuore per aver scelto la Madonna a tutti gli astanti, donne (e suore) comprese. C'era il vescovo diocesano Turazzi a introdurre la serata e molti laici impegnati, sacerdoti e religiosi ( anche di fede iuventina), presenti all'intensa conversazione su Maria. Si, perché, lo scrittore e giornalista ricordando le sue origini sassuolesi è tornato scherzosamente ai fasti calcistici della cittadina emiliana per dire che trasferitosi nella città della Mole ha studiato al D'Azaglio liceo d'origine (ottocentesca) della Juventus, inventata dai liceali già al ginnasio. Torino patria di santi come Don Bosco, della Fiat e della sua “famiglia laicista” di fede comunista, in cui la madre chiamò il medico quando scoprì che “aveva preso per conto suo a frequentare la messa della domenica”. Naturalmente, poi, in circa un'ora e mezza senza respiro davanti a più di 300 persone ha testimoniato Maria partendo dal primo miracolo della Madre di Saragozza, apparsa a Santiago (San Giacomo, l'apostolo), ancora in vita passando per Lourdes e sviscerando, da grande mariologo, Fatima portoghese non senza riferimenti alla Spagna fino ad oggi lasciando intendere... Medjugorie.
fz
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