Messa dei Popoli, il richiamo del Vescovo "l'accoglienza non è a numero chiuso"
Ecuador, Filippine, Cina, Romania. Tutti i colori del mondo alla Messa dei Popoli. Un colpo d'occhio che è un invito e un appuntamento tradizionale che attira i fedeli riminesi per la Messa in Duomo celebrata dal Vescovo nel giorno dell'Epifania: i cattolici immigrati partecipano con la loro lingua, i loro costumi, la bandiera canti e musiche. L'incanto e la suggestione, sulle note del coro multietnico, non limita il monito della diocesi ed esplode nelle parole del vescovo Lambiasi, che fa un richiamo di forte attualità nella sua omelia intitolata “Hanno trovato il tesoro”. Condivisione per dire no all'esclusione, no alla semplice assistenza. No alla cultura dello scarto, dell'accoglienza a 'numero chiuso'. Non perché non è da cristiani, ma perché non è degno dell'essere umano. “Non più schiavi, ma fratelli”: il tema dell'accoglienza che dall'invito del Papa e dagli sbarchi che continuano, si fa piena attualità. Parole che riempiono il duomo, mentre una famiglia equadoregna porta all'altare il pane il vino e l'acqua. Verità, oltre all'apparenza. “non sarebbe una messa vera se non dedicassimo il pensiero ai nostri fratelli immigrati” l’occasione per riflettere sulla cultura dell’accoglienza: una cultura da promuovere coi fatti per dire no all’esclusione ma anche alla semplice assistenza.
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