Otto anni senza recitare da protagonista e decenni lontano dal ruolo del detective serie "Arma letale"; Mel Gibson, ormai maturo e attempato leggermente appesantito, è sempre una della più belle facce americane da poliziotto – giustiziere ancora amatissimo dal pubblico medio. La pellicola girata in esterna a Boston ha una trama semplice e ben confezionata: Craven, detective capo della omicidi, incallito single divorziatissimo, ama il suo lavoro e la figlia ingegnere nucleare, che viene uccisa tra le sue braccia: si pensa a una vendetta; è invece un affare top secret, di spionaggio industriale e servizi segreti. Il vecchio Mel va a nozze con gli intrighi e le maniere brusche contro i cattivi di governo e i malfattori senza scrupoli. Tematica pseudo ecologista visto l’argomento “radioattivo” condita con pièzz ‘e còre: una figlia è sempre una figlia e Gibson –Craven davanti al lutto, piomba nell’oblio, una oscurità senza controllo – non a caso il titolo originale è “Edge of darkness”– elaborando, grazie alle realistiche allucinazioni in ricordo della figlia. Una strategia della vendetta amorosa un po’ malsana da giustiziere della notte; ma almeno al cinema un padre ferito a morte può tutto e in modo edificante conforta lo spettatore soprattutto se maschio, adulto, possibilmente bianco con prole femmina.
Francesco Zingrillo
Proiezioni cinematografiche a San Marino
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