“E ora dove andiamo?” Il film di N. Labaki
Convivere e sperare, per amore della famiglia, in un villaggio isolato con tutt'intorno guerre guerreggiate tra Sciti, Maroniti e Drusi, Sunniti: tutti Libanesi, naturalmente.
Diretto, scritto e sceneggiato da una forza della natura: Nadine Labaki di cultura francese e latina, araba e cristiana nel senso dei Crociati, ha messo insieme una miscellanea esplosiva, esilarante, spumeggiante da toccare cuore, fegato e stomaco: per non parlare del cervello.
Parla della sua gente dal punto di vista delle donne: mamme vere, mogli e amanti, compagne di vita divertenti nella terra bruciata dei cedri antichi, da cui derivano i navigatori fenici e che i Romani amarono moltissimo lasciando segni della loro presenza ( dei Fenici-Libanesi), a Roma, però: e questo è vero amore! Salvare gli uomini intesi come maschi dalla guerra continua si può -sembra dire Nadine- con qualche astuzia e molta maestria usando: passione e fede, sesso e prostituzione, filtrati dall’attaccamento coniugale oseremmo dire sponsale... Lo scontro etnico-religioso nel villaggio passerà da una festa a base di dolcetti all' hashish e ballerine Moldave. E per un paese ottomano con venature arabe colonizzato dai Crociati divenuto protettorato francese non è male visto quanto sono toste le donne lì: vedere per credere ( all'imam e al prete insieme): come sempre al super–Settebello–multisala delle sorprese... alla riminese.
fz