La statuetta finisce nelle mani di Kathriyn Bigelow, prima regista ad essere premiata nella storia degli Academy. E il suo The Hurt Locker si merita anche il titolo di miglior film battendo Avatar dell’ex marito James Cameron. 6, in tutto, le statuette. Una pellicola a basso budget si prende la sua rivincita su Kolossal da miliardi di dollari, dimostrando che la forza delle idee può ancora fare la differenza. Nessuna sorpresa per il miglior attore protagonista; l’oscar va a Jeff Bridges per la sua magistrale interpretazione di un alcolizzato cantante country in Crazy Heart. Miglior attrice Sandra Bullok per The Blind Side. Il cattivo SS di Bastardi Senza Gloria Cristoph Walz e la crudele madre di Precious Monìque, ritirano la statuetta come migliori attori non protagonisti. Ma questa edizione degli Oscar parla un po’ italiano grazie all’italoamericano Michael Giacchino, miglior colonna sonora in Up, mentre al grido di “viva l’Italia” Mauro Fiore ritira il premio come miglior fotografia per il film Avatar. Sorrisi stampati sui volti di vincitori e vinti. Bellezza in prima fila e abiti griffati. L’arte va in archivio, da oggi l’Oscar porta ora con sé il “gossip del giorno dopo”.
Monica Fabbri
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