Tutto ciò che si può chiamare madre, biologicamente e metaforicamente: un archetipo che ritorna nella forma della rosa, che prende sembianze umane nelle madri alba che stringono i figli al petto e nelle madri tramonto che in bianco e nero lavavano a fatica i panni della famiglia. Una riflessione sulla maternità a tutto campo affidata ad un collettivo di artisti riminesi e non solo: c’è anche una pittrice austriaca che si ispira all'Olandese Volantedi Wagner, opera che la madre amava. Nell’esposizione anche la sammarinese Giulietta Cavalieri. Nel video l'intervista alla curatrice della mostra, Eufemia Rampi
Valentina Antonioli
Valentina Antonioli
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