Polo museale, cinema, editoria e arte: “modello di impresa culturale” per creare gettito

Nel programma di Governo cultura come “opportunità da cogliere”, aprendosi alla prospettiva europea

La dimensione culturale non è solo una ricchezza per un paese ma può rappresentare anche una risorsa economica. Per svilupparne appieno il potenziale servono politiche incisive e una visione strategica complessiva. Non stupisce che nel programma di governo si parli di cultura, cinema e arte come “opportunità da cogliere”, aprendosi alla prospettiva europea. Nel contesto, infatti, dell'Accordo di Associazione, emerge l'esigenza che “storia, tradizione e identità sammarinesi vengano ricomprese e riaffermate, affinché – si legge – i benefici di una prospettiva internazionale possano integrarsi armoniosamente con la nostra realtà statuale, unica nella storia e nel mondo”. La consapevolezza del ricco patrimonio sammarinese rende quindi necessario lo sviluppo di istituzioni culturali, studi, ricerche artistiche ed espressive.

Si parla dunque di “modello di impresa culturale”, per la creazione di gettito, reddito ed occupazione, guardando in particolare a specifici settori, alcuni dei quali già individuati nella scorsa legislatura. È il caso del cinema: si vogliono creare le condizioni affinché il paese diventi meta privilegiata per la realizzazione di prodotti audiovisivi. San Marino, del resto, si presta ad ospitare progetti di questo tipo, e lo ha dimostrato diventando il set di alcune pellicole, come il docufilm su Alberto Sordi. Ma ci sono anche altre opportunità da esplorare, come la produzione, il commercio e l'ospitalità di collezioni d'arte; il mercato internazionale dei diritti di opere letterarie, dell'audiovisivo e dei giochi elettronici; il settore delle arti performative, quello musicale e del design. Non va dimenticato, poi, ciò che già esiste sul territorio, facilitando la creazione di micro-attività lavorative, come botteghe artigianali nel centro storico.

Guardando alle infrastrutture, il principale progetto di sviluppo non solo culturale ma anche sociale, turistico e commerciale si conferma il nuovo Polo Museale. Lanciato nel 2012 con lo studio dell'archistar giapponese Tadao Ando, nel 2022 è tornato – rivisitato - nell’agenda del Governo. Prevede che l'attuale sede della Cassa di Risparmio sia trasformata in uno spazio che colleghi Museo di Stato, Galleria d'Arte e le due Cisterne idriche sotto Piazza della Libertà. Presentato come vero e proprio asset di sistema, era stato inserito tra gli obiettivi del 2023. L'attuale maggioranza non vuole lasciarlo in un cassetto. Chissà che non sia la volta buona.

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