"Il primo uomo”, film di Gianni Amelio tratto da Albert Camus al Settebello di Rimini

"Il primo uomo”, film di Gianni Amelio tratto da Albert Camus al Settebello di Rimini.
E’ raro andare al cinema pensando a un libro e uscirne con la stessa soddisfazione di chi ne ha appena riletto uno: Amelio è capace di tradurre Camus perche la biografia del filosofo francese d’Algeria è anche l’autobiografia del regista spostata in Calabria. Mamma e nonna, babbo morto e zio: l’orfano, l’abbandono e l’assenza nel cuore di un bambino tormentato e intelligente, oltre la miseria con la voglia di studiare in testa tra le 2 grandi guerre. Dopo, da adulto affermato, lo scrittore noto torna sui suoi passi per scongiurare un’altra guerra fratricida che coinvolge il mondo e i suoi affetti: “se accadesse qualcosa a mia madre, qui,…” passerei anch’io all’intolleranza contro gli Arabi algerini.
Un’incompiuta, la storia s’interrompe sfumando ma è comunque una vera fine; il libro era un manoscritto incompleto rieditato postumo, il film anche (sospeso e non compiuto) esattamente come la vita di Camus si ferma ma non muore… continua per sempre nei libri e oggi al cinema accompagnandoci a casa dopo la visione a Rimini. Uscirà a ottobre in Francia ma già proiettato con successo da una settimana al Settebello di Rimini ben prima che a Parigi, per una volta, almeno.

fz

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