Rimini: il mondo del lavoro per le donne colpite dal tumore al seno
Un argomento di importanza rilevante perché sono sempre più numerose le donne che, colpite da cancro alla mammella, devono riprendere la loro attività lavorativa una volta terminato il loro percorso terapeutico e talora anche durante le terapie stesse.
Da tempo è risaputo che questa patologia sta al primo posto tra i tipi di cancro che colpiscono la donna ed è risaputo altresì che è l’ultima causa di morte per patologia oncologica, grazie a scoperte scientifiche e innovazioni tecnologiche che introducono nel percorso clinico diagnosi precoci e terapie mirate che consentono una percentuale di guarigione e di sopravvivenza molto alte.
Ma è da evidenziare che essa colpisce un numero crescente di donne sempre più giovani che, nell’attuale contesto socio economico, non possono usufruire di un prepensionamento, come spesso avveniva nel passato, e devono reinserirsi nell’attività lavorativa che svolgevano prima della malattia.
Se da un lato questo è positivo perché aiuta la donna a recuperare la propria “normalità”, dall’altro apre indubbiamente dei problemi in quanto, anche dopo la guarigione, rimangono per molto tempo, e talora in maniera permanente, delle limitazioni fisiche che impediscono alcune attività lavorative che prima erano fattibili. E’ questa una difficoltà di cui la società si fa carico? Che cosa prevede l’attuale legislazione del lavoro? Come le organizzazioni sindacali sostengono le lavoratrici? Che cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?
ADOCM Crisalide, che da oltre 20 anni si fa carico dei disagi della donna operata di tumore alla mammella, fa proprio questo nuovo problema, che ritiene attuale e fondamentale, e propone di parlarne in un incontro gratuito e aperto alla cittadinanza, con i relatori Monica Dobori sindacalista di MO, Susi Pelotti, docente universitaria di Medicina legale di BO, Rosanna D’Antona giuslavorista di Europa Donna di MI, moderatore Alberto Ravaioli oncologo.