A Roma la mostra su Matisse e le sue influenze dal mondo d'Oriente
Matisse e l'Oriente, un rapporto destinato a durare per tutta la carriera artistica del pittore. Ester Coen, curatrice della mostra, ha voluto sottolinearlo, poiché l'influenza orientale è stata una svolta per l'artista francese, consentendogli la possibilità di offrire nuovo respiro alle sue composizioni, divenute vibranti, colorate, internazionali.
In mostra oltre 100 capolavori, alcuni mai visti in Italia, che in un solo fine settimana sono in grado di richiamare oltre 6.000 visitatori, prestati dal MoMa di New York, dall'Ermitage di San Pietroburgo, e ancora dal Pompidou di Parigi.
Proprio nella capitale francese Matisse approfondì la conoscenza dell'Oriente, culminata poi con la partecipazione alla grande “Esposizione di arte maomettiana”. Da allora evase dagli schemi tradizionali della pittura ottocentesca, per privilegiare simboli armonici, arabeschi, disegni geometrici, presenti nel mondo ottomano e nell'arte bizantina, interpretati con grande modernità.
Scoprì l'Africa centrale e settentrionale, la Cina, il Giappone, come ben si nota in “Ramo di Pruno, sfondo verde”, con tipici fiori giapponesi nel vaso e colori sgargianti. Anche la natura morta “Calle, iris e mimosa” anticipa la magia dei colori azzurro e verde, l'influenza orientale e nord africana. Ma non solo quadri in esposizione, anche maschere e tessuti africani, preziose stoffe orientali, per uno spazio espositivo curato nei minimi dettagli e costato anni di duro lavoro.
Francesca Biliotti