CINEMA E PATRIMONIO ARCHEOLOGICO

Roma: un film tra due piramidi

Con il videomapping sulla Piramide Cestia di Roma la 20th Century Italia lancia il film “Assassinio sul Nilo” di Kenneth Branagh tratto dal giallo di Agatha Christie e presto anche a San Marino: è lecito usare un monumento di 2000 anni fa per pubblicità?

Diciamo subito che l'operazione commerciale e lecita se l'affitto, remunerato nel giusto modo, serve a restaurare il monumento in questione e l'impegno è relativo nel tempo e nello spazio: una piramide egizia romana di Epulone per il filmone sul Nilo in un spettacolo unico da vedere sulla Ostiense. Marketing e Soprintendenza speciale possono convivere per una buona causa cioè la salvaguardia del patrimonio archeologico in costate bisogno di manutenzione come la Cestia. Vedere effetti super tecnologici 8k in 3D su un monumento funerario datato tra il 12 e il 18 avanti Cristo (in piena “egittomania” da conquista imperiale) fa impressione ma immaginare impalcature di manutenzione con tabelloni e striscioni pubblicitari delle ditte appaltatrici per anni sulle medesime pareti avrebbe fatto sicuramente più male anche ai romani. Le linee guida auspicabili per questo tipo di operazioni sono essenzialmente di contenuto, economiche e temporali, ispirate al buon senso ma creative al punto giusto da far bene al cinema e alla storia che sempre più spesso si intrecciano: in fondo è in ambo i casi una questione d'amore sul Nilo e sul Tevere.

 fz

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