“Uno sguardo sulla visione artificiale: metodologie, applicazioni e prospettive”. Singolare, ma estremamente affascinante, il tema scelto per l’ultima riunione conviviale del Rotary Club San Marino. Il giovane relatore, l’ingegnere Federico Tombari, rappresenta uno straordinario esempio di eccellenza sammarinese, che sta esportando in giro per il mondo le sue competenze con la partecipazione a numerose conferenze e workshop internazionali. Tombari è attualmente ricercatore presso il Computer Vision Lab dell’Università di Bologna, dove svolge anche l’attività di docente e membro di commissione per l’esame di stato al Dipartimento di Ingegneria Elettronica, Informatica e Sistemica.
Davanti all’attentissima platea dei soci rotariani, Tombari ha spiegato come la creazione di un’intelligenza artificiale sia un progetto che l’uomo rincorre già da secoli. Il sogno di creare una macchina, che possa replicare i meccanismi dell’umana autocoscienza, ha reso, fin da subito, estremamente labile il confine fra scienza e filosofia. La branca della “visione artificiale”, in particolare, ha già compiuto passi da gigante, ma ha ancora indefiniti margini di sviluppo ed un territorio virtualmente sconfinato da percorrere. Oggi i settori in cui troviamo una maggior possibilità di applicazioni sono quello medico – con la messa a punto di sistemi sempre più avanzati per la diagnosi di malattie – e quello dell’automazione industriale: in quest’ultimo caso, il primato nella ricerca e nello sviluppo di robot intelligenti è passato ai paesi dell’estremo Oriente, mentre in Europa la sola Germania sembra, con molta fatica, mantenere il passo. Esistono poi altre applicazioni che rimangono ancora, per diversi motivi, ad uno stadio sperimentale. Un robot domestico che compia le elementari mansioni di casa è già una realtà, ma con costi attualmente proibitivi per una famiglia media. Grandi risultati sono stati ottenuti anche nella messa a punto di veicoli intelligenti, capaci di guida autonoma: tecnologia già applicata, per esempio, nei Rover che hanno solcato la superficie del pianeta Marte; molto più difficile, invece, mettere in strada dei veicoli che sappiano “vedere” e dribblare tutte le insidie del traffico di una grande città!
Davanti all’attentissima platea dei soci rotariani, Tombari ha spiegato come la creazione di un’intelligenza artificiale sia un progetto che l’uomo rincorre già da secoli. Il sogno di creare una macchina, che possa replicare i meccanismi dell’umana autocoscienza, ha reso, fin da subito, estremamente labile il confine fra scienza e filosofia. La branca della “visione artificiale”, in particolare, ha già compiuto passi da gigante, ma ha ancora indefiniti margini di sviluppo ed un territorio virtualmente sconfinato da percorrere. Oggi i settori in cui troviamo una maggior possibilità di applicazioni sono quello medico – con la messa a punto di sistemi sempre più avanzati per la diagnosi di malattie – e quello dell’automazione industriale: in quest’ultimo caso, il primato nella ricerca e nello sviluppo di robot intelligenti è passato ai paesi dell’estremo Oriente, mentre in Europa la sola Germania sembra, con molta fatica, mantenere il passo. Esistono poi altre applicazioni che rimangono ancora, per diversi motivi, ad uno stadio sperimentale. Un robot domestico che compia le elementari mansioni di casa è già una realtà, ma con costi attualmente proibitivi per una famiglia media. Grandi risultati sono stati ottenuti anche nella messa a punto di veicoli intelligenti, capaci di guida autonoma: tecnologia già applicata, per esempio, nei Rover che hanno solcato la superficie del pianeta Marte; molto più difficile, invece, mettere in strada dei veicoli che sappiano “vedere” e dribblare tutte le insidie del traffico di una grande città!
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