In occasione dell’ultima conviviale del Rotary Club, la relatrice dott.ssa Annalisa Stacchini ha parlato delle opportunità di una nuova economia a misura di uomo. “Sono umano e non giudico estraneo da me niente che sia umano”. La dott.ssa Stacchini ha cominciato citando il grande commediografo latino Terenzio, il “padre” di quel concetto di Umanesimo che, a partire dal II secolo a.C., ha subito poi varie declinazioni e successivi aggiornamenti. L’ultima rivisitazione è degli anni 2000 e non può non confrontarsi con l’attuale modello economico globalizzato. Con la sua dialettica piacevole e persuasiva, la giovane relatrice ha saputo collegare, in modo suggestivo, economia e filosofia, due materie così lontane e così vicine, le due materie in cui ha ottenuto la laurea con il massimo dei voti. Dopo l’era della “New Economy”, che ha eletto a divinità il calcolo e l’analisi, oggi si fa largo un nuovo modello di “Conceptual Economy”, ovvero un sistema in cui si possa riscoprire il genio e la creatività. In un’epoca in cui la concorrenza globale diventa spietata, soprattutto in lavori manuali e ripetitivi, una straordinaria opportunità occupazionale può venire dal patrimonio intellettuale. Un patrimonio unico ed irripetibile, che ognuno di noi può mettere “a curriculum”.
Estremamente intrigante anche un’altra riflessione, proposta dalla dott.ssa Stacchini, sulle cosiddette “neuroscienze”, da non confondere con le discipline neurologiche propriamente dette. Le neuroscienze si propongono, da secoli, un obiettivo che sembra al limite dell’impossibile: rispondere alla domanda “come è fatto e come funziona il cervello dell’uomo”. L’organo più complicato ed affascinante del corpo umano era, per Sigmund Freud, un “interno paese straniero”. Le neuroscienze si propongono di illuminarlo, cercando, in particolare, di scoprire quali siano le aree adibite a facoltà ed abilità specifiche. Un proposito tanto alto quanto proibitivo. Ecco perché – avverte la dott.ssa Stacchini – occorre approcciarsi a queste discipline con il necessario spirito critico. I filosofi cercano di non dimenticare un altro concetto, tanto alto quanto imprecisabile, quello di “psiche”: gli interrogativi, millenari, si spostano allora sull’esistenza e sul funzionamento dell’anima che “anima” il nostro corpo…
Estremamente intrigante anche un’altra riflessione, proposta dalla dott.ssa Stacchini, sulle cosiddette “neuroscienze”, da non confondere con le discipline neurologiche propriamente dette. Le neuroscienze si propongono, da secoli, un obiettivo che sembra al limite dell’impossibile: rispondere alla domanda “come è fatto e come funziona il cervello dell’uomo”. L’organo più complicato ed affascinante del corpo umano era, per Sigmund Freud, un “interno paese straniero”. Le neuroscienze si propongono di illuminarlo, cercando, in particolare, di scoprire quali siano le aree adibite a facoltà ed abilità specifiche. Un proposito tanto alto quanto proibitivo. Ecco perché – avverte la dott.ssa Stacchini – occorre approcciarsi a queste discipline con il necessario spirito critico. I filosofi cercano di non dimenticare un altro concetto, tanto alto quanto imprecisabile, quello di “psiche”: gli interrogativi, millenari, si spostano allora sull’esistenza e sul funzionamento dell’anima che “anima” il nostro corpo…
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