San Marino a Bologna (in pinacoteca) per il 60° (LX) di K. HARING
Linguaggio visivo unico e trasversale il suo poi molto imitato (come avvenne per la POP ART) sempre innovativo per questo radicale nel segno e soprattutto nel messaggio. Diede il via ai performer di strada, nei decenni, finiti in galleria proprio come il genio newyorkese.
In 30 anni ha prodotto molto e lavorato tanto con un corpus d'immagini a partire dalle opere in gessetto sui cartelloni pubblicitari della metropolitana.
Simbologia al servizio della denuncia sociale che fa della mostra bolognese un evento forte della campagna odierna contro l'AIDS, malattia che uccise l'artista trentenne.
“Nuove idee e opere incompiute ci saranno sempre” -scriveva l'artista- e i lavori arrivati da tutto il mondo ricompongono ancora una volta la vita di HARING addirittura con un UNTITLED sammarinese unico al mondo di assoluta rarità e importanza.
“Le cose che fai avranno, un giorno, una vita diversa...” -diceva poco prima di morire- e Bologna ne è l'attestato.
fz
Intervista con GAETANO LA MANTIA Direttore Mostra Bologna