C’è chi sceglie di guardare avanti, sfruttare finanziamenti, puntare su ricerca ed innovazione. Sono le regole non scritte di un’azienda di qualità che voglia mantenersi tale. Il mercato vinicolo nel 2009 ha subito una flessione generalizzata, e si cercano ricette per evitare che si tramuti in crisi vera. Gli acquisti sono sempre più polarizzati sulla fascia alta e su quella bassa del mercato, con il progressivo svuotamento di quella centrale. Il Consorzio vini tipici sammarinesi, il cui mercato è per il 90% sul Titano, non è immune dalle difficoltà del settore. Ma si dice soddisfatto per aver mantenuto le vendite. Gli obiettivi sono chiari: puntare alla qualità ad un giusto prezzo senza innescare una guerra al ribasso, scelta che rischierebbe di intaccare l’immagine del prodotto. Il consumo mondiale si attesta sui 236,6 milioni di ettolitri nel 2009 e gli scambi internazionali registrano il più importante calo dal 2000. Peggio è andata alla champagne, crollato del 38 per cento. Gli esperti consigliano quindi di ripartire da specialità ed unicità, puntando su una forte tradizione che vede l’Italia vantare 350 varietà di vitigni autoctoni, patrimonio da promuovere nel mondo.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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