Sbanca i botteghini anche in riviera “This must be the place” con Sean Penn
Il tam tam o passaparola striscianti sortiscono sempre un effetto inaspettato soprattutto per i soggetti nostrani anche se il film è una coproduzione europea con il contributo pubblico italiano e comunitario. Regia del Sorrentino de' “Il Divo” che spopolò a Cannes, fotografia del mitico Bigazzi erede dei grandi italiani alla Storaro, vari addetti ai lavori in cine-filiera del giro made in Italy: assistenti e tecnici oltre allo sceneggiatore. Sean Penn mattatore e David Byrne musicista e interprete di se stesso nel movie affianca la vecchia pop star Cheyenne esibendosi in un pezzo coreografico alla Talking Heads, da urlo. 4 minuti di concerto vero dentro la finzione scenica illuminata alla grande dal già menzionato Bigazzi: fotografia patinata e lucida surreale e così eccessiva da non sfigurare nella drammaturgia del film. Scena “appesa” anni cinquanta, attaccata via sul palco, letteralmente sospesa nell’inquadratura, il grand’angolo lascia lo spazio al riquadro che invade la scena del concerto di Byrne, l’artista a sua volta suonerà una tastiera a fili con i rumori vivi e veri vomitati da New York: esageratissimo ma bello. Tutto il resto è Cheyenne vecchio rocker in disuso rovinato dalle droghe calato da 30 anni nella periferia irlandese fino alla morte del padre, in America, cercherà “il posto giusto” on the road per cambiare vita.
Sean Penn non si discute è capace di tutto anche lontano da Hollywood ma il suo doppiatore “storico” tale Massimo Rossi da Roma è pure Mejo…
fz
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