Una storia commovente ed intensa di un bambino che è riuscito a salvarsi. Un modo per insegnare ai giovani a guardare i clandestini con occhi diversi. Crescere in fretta. Crescere subito. Nascere nel posto sbagliato al momento sbagliato significa dire addio ai giochi d’infanzia, alla spensieratezza, per trovare il modo di restare vivi. Nascere in Afghanistan ed essere, per di più, di etnia hazara ha segnato il destino di Enaiatollah Akbari. Questo giovane dal sorriso timido - oggi vent’enne - è stato strappato a forza dal mondo dei fanciulli per essere gettato in quello degli adulti, spesso miserabile e spietato. Cosa significa vivere da clandestino? Significa attraversare confini su un gommone, viaggiare nascosto nel doppio fondo di un camion, marciare attraverso impervi valichi montuosi, vivere per strada, sopravvivere grazie a lavoretti di fortuna. Fino all’arrivo in Italia. Quella di Akbari è una storia a lieto fine. Al termine della sua odissea ha trovato la solidarietà di persone perbene e una famiglia amorevole. Pochi hanno la sua stessa fortuna. La sua esperienza è stata raccontata nel libro “Nel mare ci sono i coccodrilli". Ed oggi spera che la sua vita possa essere da insegnamento a tutti quei giovani che, cullati negli agi, ignorano quel che accade fuori dal loro piccolo universo. Un incontro tra due religioni e culture diverse, nella via della tolleranza e della comprensione. In nome dell’amore, e dei valori veri. Nel video l'intervista a Enaiatollah Akbari
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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