Se il bicchiere è mezzo pieno
L’Eurovision Song Contest e il coraggio della scelta
And the winner is…The Piqued Jacks. Così comincia la quattordicesima avventura eurovisiva di San Marino RTV. Era passata da poco la mezzanotte quando finimmo il conteggio dei voti della giuria che premiava la band toscana con la vittoria della seconda edizione di Una Voce per San Marino. Un risultato completamente inaspettato vista la presenza in concorso di artisti noti nel campo musicale italiano e internazionale. Un plauso alla giuria presieduta da Al Bano per la libertà ed il coraggio della scelta, bravi. Ci vollero pochi minuti per accorgerci che i ragazzi avevano stoffa e talento, oltre che un’innata simpatia di modi. La mia impressione fin da subito fu che li avevamo ‘colti’ tra un prima bloccato da una pandemia appena finita ed un dopo che prometteva molto bene. L’invito pochi mesi prima all’Eurosonic, la competizione EBU che premia i migliori artisti emergenti per numero di vendite all’estero ne era la dimostrazione. Ma anche la vittoria a Sanremo Rock, una tournée in Inghilterra, i concerti negli Stati Uniti. E nel mezzo l’Eurovision. Era chiaro che a Liverpool i ragazzi dovessero portare se stessi ed evitare goffi tentativi di assomigliare ad un gusto eurovisivo che non è in realtà codificato universalmente. La verità è sempre la miglior forza e prima o poi viene fuori. Anche se sapevamo che il pezzo Like an Animal era più da “concerto vero” che da show televisivo. Non fa niente, ci si crede sempre e si dà il massimo. Poi ci fu la promozione pre-eurovisiva: Varsavia, Amsterdam, Barcellona, Madrid, Londra e Tel Aviv, 5 settimane di corsa e di concerti. Con anche un episodio di fan hate perché al loro posto non era stata scelta l’albanese Ronela, poi risolto in un plebiscito di solidarietà social. Il risultato non ci fa onore ma fa pensare.
La scelta di togliere le giurie nel voto delle semifinali e lasciare al solo pubblico la scelta toglie l’equilibrio che si era creato da diversi anni col bilanciamento 50% giuria - 50% televoto. Non sorprende la non qualificazione - affatto scontata per la Repubblica - ma il nul points. Inspiegabile. Come inspiegabile lo è stato quello della Romania. San Marino e Romania all’Eurovision sono due paesi all’opposto. Noi, soli in mezzo ad un’Europa che fino a ieri ci misconosceva e che grazie anche all’Eurovision ora ci riconosce ed apprezza. Con una sola amicizia a ritmo alternato, l’Italia, che non ha ancora dimostrato di esserci quando il sorteggio le permette di votarci. La Romania, il paese della diaspora moderna, con milioni di cittadini sparsi in tutta Europa ma ancora legati al loro paese e che fino a poche edizioni fa non aveva mancato una sola finale. Un paese da record grazie anche ad un televoto potentissimo. Stupisce veramente essere accomunati dallo stesso esito. Questo è l’Eurovision, è il più grande show televisivo che parla di musica. Quell’affascinante mix di personaggi, musica e trash che incolla al televisore quasi la metà degli europei. Ma non è uno show musicale, questo va sempre tenuto a mente. Ah, dimenticavo: un grazie per aver dato tutto loro stessi ad Andrea, Francesco, Marco, Tommaso e Toyah. Abbiamo imparato che in Buggianese Piqued Jacks vuol dire famiglia.
Alessandro Capicchioni
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