“Shabbat Shalom” ed “EE1 Europeana Express”: quando memoria, identità, tradizione musicale ebraico-europea si fondono
Delilah Gutman e Alessandro De Lisi insieme “per trasmettere un messaggio di utopia concreta”
Sull'onda della Giornata della Memoria che si celebra ogni 27 gennaio, debutta oggi a Fiume Veneto (ore 16.30 Teatro di Pescincanna), lo spettacolo "EE1 Europeana Express, Memorie e Musiche dal Novecento", già portato nei giorni scorsi con successo all'attenzione di alcune scuole del Riminese. E' una produzione di e con Alessandro de Lisi; con Delilah Gutman (voce e pianoforte) e i Ben Ardut; Ivan Barbari (fisarmonica), Filippo Dionigi (clarinetti), Franco Tassani (trombone ed eufonio). Arrangiamenti e sound design a cura di Delilah Gutman e Federico Tassani.
"EE1 Europeana Express, Memorie e Musiche dal Novecento" è un percorso che racconta con la musica tradizionale e popolare ebraica e con altri canti popolari le coincidenze della cultura musicale europea. Questo spettacolo parla del sogno di una terra e una cultura comune, come grande Europa, attraverso un viaggio tra le identità, dove i canti ebraici - dall'antichità ad oggi, dal Medioriente all'Occidente, nella tradizione sefardita e dei klezmorim - incontrano i canti armeni e greci, bosniaci e dei Balcani, ucraini e francesi. Nel nuovo progetto dello scrittore Alessandro de Lisi e dell'artista Delilah Gutman con i Ben Ardut, la parola narrata si incontra con la parola cantata e lascia emergere una mappa di una geografia immaginaria dove le terre e le culture sono evocate dalle lingue e la memoria trasmessa da chi sopravvive e testimonia, dolorosamente oltre i confini. Un dialogo aperto e una riflessione sulla Shoah e su altri atroci genocidi europei.
In scena anche il concerto “Shabbat Shalom - Canti e parole di vita”, di cui Delilah Gutman è la voce al canto e alla parola. Al violino, Rafael Negri. “Shabbat Shalom” esplora attraverso la parola e la tradizione di canti yemeniti, sefarditi e klezmer, l’urgenza di confrontarci con il tema della memoria e della sua autenticità. Un viaggio dall’antichità a oggi, attraverso la lingua ebraica, giudaico-spagnola, giudaico-tedesca (yiddish) e altre ancora, e soprattutto attraverso i canti e le parole di vita dello Shabbat, la più importante tra le festività ebraiche, frontiera con il tempo e con il mistero della Creazione”.
Guarda l'intervista a Delilah Gutman e Alessandro De Lisi.
Delilah Gutman è compositrice e pianista, cantante errante e poeta viaggiatrice. Le sue ricerche sono pellegrinaggi laici e ferventi, incursioni nelle culture linguistiche, spirituali, musicali e narrative in Italia e in almeno altri quindici Paesi sparsi per il mondo. Esplora la frontiera tra la musica colta ed il repertorio etnico, in relazione al linguaggio della musica classica d’occidente e alle arti. Alla formazione accademica in pianoforte, composizione e elettronica presso i Conservatori di Milano e di Pesaro è seguita quella in “Mediazione dei conflitti” all’Università di Urbino, che l’ha condotta a investigare la voce immaginativa come strumento di azione terapeutica e di dialogo interpersonale e interculturale. Nata a Madrid, di origine Italo-Americana, vive e lavora a Milano e Rimini. Genera diverse formazioni musicali con cui interpreta i suoi concerti in Italia e all'estero, mentre quando siede al pianoforte canta il silenzio, tra i tasti prezioso è lo spazio per un’altra voce. Nel 2012 ha ricevuto l’onorificenza di ambasciatrice per l’amicizia Italia-Israele. Pubblica con Stradivarius e Ut Orpheus, Raffaelli Editore e Curci.
Alessandro de Lisi è giornalista, scrittore, curatore responsabile di progetti culturali complessi per lo sviluppo delle comunità ed esperto di organizzazione e produzione per i Beni Culturali. Esperto di sociologia delle heimat del Mediterraneo, antifascista, da anni è impegnato nella lotta alle mafie.
Ben Ardut. Fondato da Federico Tassani, il Ben Ardut – Filippo Dionigi ai clarinetti e sassofoni, Federico Tassani al trombone e all’euphonio, Ivan Barbari alla fisarmonica – è un gruppo musicale che si forma nel 2018 per perseguire una via di ricerca sul dialogo tra la tradizione musicale klezmer e balcanica e quella popolare italiana, con contaminazione dal repertorio classico e jazz.