La Teca che custodisce le reliquie del Santo è tornata in Repubblica
E’ tornata all’antico splendore la Sacra Teca del 1600 che tanto significa per i sammarinesi ed ora è di nuovo a casa. Per qualche mese è stata “in cura” a Bologna presso il laboratorio di Lorenzo Morigi. Il Museo di Stato aveva in mente da tempo di restaurare l’opera, poiché in condizioni abbastanza precarie. “La struttura, in argento con applicazioni dorate a sbalzo, presentava fratture, ossidazioni, ammaccature dovute a problemi di stabilità” – fa sapere la direttrice del Museo di Stato, Francesca Michelotti. In occasione della visita papale dello scorso giugno aveva già subito un primo intervento di pulitura, ma adesso è stata perfettamente rimessa a lucido e consolidata. Ad accoglierla, in Pieve, insieme al Rettore della Basilica don Lino Tosi, c’erano i Capitani Reggenti, Gabriele Gatti e Matteo Fiorini, e il Congresso di Stato quasi al completo. Tutti hanno seguito con grande emozione le procedure di re-inserimento del cranio del Santo Marino all’interno del busto, passando per le mani esperte del restauratore del Museo di Stato Lazzaro Giardi, assistito dalla Michelotti. Commossi in particolare gli ex Capi di Stato, Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini che hanno promosso e finanziato l’intervento (poco meno di 5500 euro). Nel periodo di restauro la reliquia è stata rimossa e, dopo un atto notarile di fronte all’Avvocatura dello Stato, conservata in un contenitore provvisorio. Su tutta l’operazione è stato mantenuto un certo riserbo perché l’urna ha un grande valore economico, oltre che affettivo, stimato in 200-250mila euro. Il Museo, di concerto con la commissione beni culturali, l’ha assicurata per un milione. La Teca ora può tornare a far bella mostra di sé nella nicchia sul lato destro dell’altare maggiore.
Silvia Pelliccioni
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