“Sono nato a Santarcangelo nel Novecentoventi. Infanzia per strade di terra battuta e siepi con piccoli uccelli. Sono stato un grande cacciatore di lucertole e me ne vergogno. Studiavo al mio paese, a Forlimpopoli e Urbino, dove c’erano professori eccezionali. Ho insegnato, poi, a mia madre analfabeta a scrivere. Le ho letto il suo testamento nella casupola sulla sponda del fiume Uso dove eravamo sfollati al tempo del Fronte. Lo aveva scritto sul foglio nascosto nell’astuccio di cartone degli occhiali da vista: “lasio tutti i miei beni a mio marito da fare tutto qvello che vole… Carabini Penelope”. Tonino comincia a scrivere poesie in campo di concentramento, opere che diventano la raccolta “I Scarabòcc” con prefazione di Carlo Bo. Maestro di scuola fa lo sceneggiatore a Roma con Fellini: pubblica in dialetto e in italiano con Bompiani e sulla collana di Elio Vittorini. Vince premi come il Comisso nell’84 e scrive il poema La Capanna. I suoi versi in dialetto sono sulle antologie di lingua delle scuole. Sceneggia oltre un centinaio di film e collabora con i maestri del cinema mondiale. Esce per il compleanno la sua ultima fatica letteraria Polvere di Sole dove Guerra cammina - sulle pagine - come se ballasse.
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