Torna Landis, il regista dei Blues Brothers

Torna John Landis il regista-guru californiano. Alla cineteca di Bologna ha presentato il suo nuovo film. L'incontro chiude la rassegna organizzata dal 19 al 22 febbraio "Festival John Landis" dove hanno proiettato tutti i film dall'esordio con Slok, passando per i cult come Animal House. Dopo ben 12 anni di assenza dal grande schermo Landis torna con "Burke & Hare Ladri di cadaveri", una commedia horror irriverente tratta da una storia vera e già rivisitata in chiave meno comica in altre pellicole sia inglesi che statunitensi. Siamo nella Scozia del 1840, Edimburgo era rinomata in tutta l'Europa per la sua scuola di medicina e sopratutto per la chirurgia. Per potere tenere le sue lezioni un noto chirurgo combina affari con una coppia di squattrinati irlandesi che cercheranno dei corpi per poter sopravvivere. Ci sono contaminazioni e intrecci tra scienza e arte: passando dall'evoluzione della specie di Charles Darwine ai progressi della chirurgia e dell'anatomia con le prime tavole del corpo umano. Si rimanda alla scoperta francese della fotografia, inizialmente definita eliografia, e all'emancipazione femminile di un gruppo di prostitute che inscenano il Machbeth di Shakespeare. Questo è un Landis trasversale e di grandissima classe.
Al momento dell'intervista il regista tocca subito i tasti giusti e dolenti: soldi, soldi e ancora soldi. Racconta come anche i grandi maestri, da Fellini a Bergman, siano dovuti scendere a compromessi: hanno fatto televisione o lavorato per le pubblicità. La conversazione assume subito un tono confidenziale e diretto, il registra partecipa,ammicca,sorride e si domanda quanti nella sala capiscano il suo inglese, tradotto da una bravissima interprete presente accanto a lui, "roba" da giovani finalmente. Ha raccontato senza problema la causa della sua lunga assenza dal grande schermo: “Sono stato lontano dalle scene 12 anni dopo l'uscita di "Blues Brothers 2000" perchè la produzione mi ha letteralmente "fottuto" il film” ha spiegato. E ancora “Dopo aver compiuto 60 anni sono entrato nella leggenda – ha detto con ironia – ora tutti mi applaudono mentre prima il trattamento era ben diverso”. Non sono mancate le provocazioni alle multinazionali del cinema colpevoli dei soliti "paletti": "Quell'idiota del mio produttore non voleva che facessi recitare una attrice, bravissima secondo i miei gusti personali, solo perchè proveniva dalla televisione".
Ha messo in scena anche un siparietto sulla morte e su come acquistare popolarità: vuoi che un regista diventi leggenda? Uccidilo.Vuoi che una star della musica diventi una leggenda o che venda più dischi? Uccidila come è successo a Micheal Jackson. Se muore giovane è ancora meglio: tipo James Dean, Jim Morrison o lo stesso John Belushi (mai citato prima d'ora e mai più citato in seguito) e ,riferito al pubblico, se non avete intenzione di ammazzarvi almeno assicuratevi di mangiare bene. Landis ha incontrato più volte Federico Fellini, spiegando che anche sui colleghi del calibro di Spike Lee o Steven Spilberg andavano a Roma non per il Papa ma per "baciare l'anello di Fellini". Proprio in compagnia di Federico ha sentito parlare per la prima volta di Berlusconi responsabile, dopo aver acquistato le sue pellicole per la distribuzione televisiva, di tagli ad hoc per inserire la sua pubblicità, cosa di cui si occupava a tempo pieno prima di scendere in politica.
L’ultimo aneddoto su Alfred Hitckock: dopo l'uscita del Blues Brothers, il regista inglese gli ha scritto un biglietto per i complimenti e, da quel giorno lì fino alla sua morte ogni 15 giorni pranzavano insieme essendo compagni di stipendio e vicini di studio alla Universal.

Antonioli

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