L'ultimo struggente OLMI di guerra, coadiuvato da Maurizio Zaccaro, al SETTEBELLO di Rimini
E' tutto vero come testimonia De Roberto nel racconto bellico del '17, LA PAURA. Basta ascoltare (il narratore fuori campo) e guardare (i filmati d'epoca restaurati; proposti in squarci di realtà dentro la pellicola) per capire; non senza il tocco magistrale alla fotografia di Fabio Olmi (figlio di un arte che è tutta sua fatta di sola luce) e i commenti musicali, a volte sonori, con le colonne d'autore di Fresu ( ben più d'un musicista-arrangiatore). Colpisce, ah (si) se colpisce, il film di Olmi sull'Altopiano di Asiago è già un'impresa. Trincee e uomini, animali 'simbolo' nei boschi, soldati come bestie senza un nemico che, almeno ( Per Dio!) Si veda. I tedeschi nelle scene sono più avversari che altro il vero pericolo di morte è sempre dietro. Alle spalle della telecamera e degli attori. Incombe il potere del Comando (Lo Stato Maggiore) i graduati 'muovono' le persone-pedine come burattini sepolti dalla coltre nevosa diventano tutti di legno: freddi, morti prima di morire... quasi fossero tanti “Pinocchio” alla rovescia schiacciati da Mangiafuoco .
fz