Un Pinocchio americano al 'pantografo'
Dall'associazione Dogville al Supercinema santarcangiolese l'originale sottotitolato “PINOCCHIO” di Guillermo Del Toro in una animazione d'autore nell'unica sala romagnola scelta da Lucky Red e Netflix per la proiezione cinematografica
Un film animato in stop motion artigianale a tal punto da prevedere raffinate scenografie scolpite e dattagliate con sgargianti fondali colorati e vividi come in un dipinto a tempera. Maestria di artisti del set e del laboratorio. Artigiani capaci di ricostruire la leggendaria balena disneyana nel rispetto di Collodi, in un enorme forma caricaturale piena d'ironia, nella dinamica del racconto in vari angoli di ripresa. La vicenda è ambientata tra le due guerre in Italia in pieno Ventennio. Le creazioni dei personaggi inventati prevedono anche una SORELLA MORTE di francescana memoria in una chimera temporale che richiama Seneca. La virtù di Pinocchio di legno vivo e snodabile, sembra essere la disobbedienza civile e politica nella frase: “ mi intimate di obbedire senza rendervi conto che anche voi siete burattini capaci di venerare un pupazzo”. La Fatina, poi, sembra uno spirito dei boschi frammisto a un serafino medievale. Del Toro conclude: “La stranezza negli altri va amata come sé stessi non per come vorremo fossero per noi”.
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