UniRsm: Il Rettore Petrocelli racconta sfide e conquiste. "Serve personale qualificato, autonomia e una casa degli studenti"
Nella serata pubblica organizzata da Libera confronto a tutto campo sull'ateneo sammarinese. "Tra i traguardi più belli, l'ammissione al Processo di Bologna"
“Dedicare una serata a questo tema è una scelta coraggiosa”: esordisce così il Rettore Corrado Petrocelli, tra i relatori invitati da Libera a discutere di università. Racconta sei anni di sfide, battaglie e conquiste. Quando è arrivato in Repubblica i cittadini non sapevano neppure dove fosse l'università. Oggi l'Ateneo sammarinese è stato ammesso nello Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore, ha più che quadruplicato il numero degli iscritti e per la prima volta sta ricevendo richieste di trasferimento di studenti da altre università. Ma non è tutto rose e fiori. “La legge dice che abbiamo autonomia ma non è vero”, afferma. “Tutte le università del mondo hanno una contabilità economica patrimoniale. Noi no. Qualunque passo dobbiamo fare, siamo sottoposti alle norme generali”.
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Altro punto dolente, il personale. “Siamo sotto di dieci unità”. Servono figure qualificate – spiega - da reperire tramite concorso dato che certe specificità non si trovano nella pubblica amministrazione. Serviva, ad esempio, un ufficio internazionalizzazione per tessere relazioni con università italiane e straniere. “Per trovare chi se ne occupasse – racconta - mi sono dovuto inventare un concorso per la segreteria studenti sui rapporti internazionali”. Ha vinto una sammarinese. L'università è passata da una a 50 convenzioni”.
E a proposito di figure qualificate, “Quando sono arrivato abbiamo cambiato oltre il 50% del personale. Perché stessero lì non lo so e non l'ho mai voluto sapere”. I punti di forza: “Siamo piccoli e vinciamo anche perché esiste una forte coesione fra studenti. Non abbiamo aule con tante facce senza nomi. Dobbiamo puntare su questo”. Per loro, però, non c'è una casa. “La sto chiedendo da 6 anni. Forse ci sono arrivato. Presso una banca”. L'università di San Marino è una seconda casa per la Docente di Economia Karen Venturini. “Alla nascita dei primi corsi di laurea ero scettica” – ammette.
Pensava che San Marino non avesse le potenzialità ma poi si è ricreduta. “Adesso – dice - vantiamo numeri importanti per corsi di laurea, collaborazioni, progetti di ricerca”. E alla domanda che cosa l'università possa fare per il territorio, “facciamo quasi tutto – risponde - perché il territorio chiede continuamente all'università”. Il problema, ora, è come arginare queste continue richieste, “perché il nostro compito – dice - è la ricerca. Ma non abbiamo tempo per farla”.