INTORNO A NOI

Uomini e topi a teatro

"La peste” di Albert Camus in “un tentativo di essere uomini” per la regia di Serena Sinigaglia coprodotto dal Teatro Stabile del Veneto e da quello di Bolzano in scena al Galli di Rimini

L'adattamento di Emanuele Aldrovandi de “La peste” di Camus nasce dalla (ri)lettura della regista Sinigaglia in piena pandemia al tempo della 'PESTE' del covid. Un accostamento dovuto e voluto per solitudine e paura in quel senso del caos che ha contraddistinto in nostri ultimi 3 anni (in scena solo sacchi di calce farinosa e sabbia nel deserto dell'anima). Il romanzo del Premio Nobel per la Letteratura 1959 racconta la Orano coloniale francese anni 40 durante la pestilenza bubbonica algerina che uccise molti e creò un amicizia e amore (così terreno!) in piena epidemia. Nel dilemma tra scienza e ragione c'è la morte (del protagonista dottor Rieux) ci sono i ratti e il tentativo di essere ancora umani e non bestie poco prima della disperazione... Pure gli animali sperano di sopravvivere per istinto come noi e hanno un cuore (piccolo, piccolo, da topi) come noi: amano, quindi, come noi (si riproducono) ma non piangono e (non) pregano Dio di lasciarli morire...

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