Il VELO partenopeo sul barocco poliziesco con GIOVANNA MEZZOGIORNO
L'incipit è lasciato ai neo FEMMINIELLI manieristi del regista, che imbastisce una pietà del parto maschile, veramente ROCOCÒ al limite del kitsch. Lungo la trama gialla partenopea della pellicola poliziesca sono continui i riferimenti alla VAJASSA che scandisce numeri 'investigativi' tra tombola e smorfia si cerca l'assassino inseguendo il morto sin dall'inizio film.
Giovanna Mezzogiorno (medico legale esperta in autopsie esaminerà senza saperlo l'amante sfigurato) è splendida nel suo corpo tondo e maturo di quarantenne prestata alle scene erotiche estreme con Alessandro Borghi (subacqueo di antichi reperti sottratti illegalmente al Golfo di Napoli) ammazzato misteriosamente e assai esotericamente finito senza occhi in un cassonetto del museo.
Una storiaccia, insomma, un tantino folkloristica in cui non mancano i soliti 'napoletanoti': BEPPE BARRA, LINA SASTRI, ANNA BONAIUTO; ma il cronista tifa per la Mezzogiorno che sa essere napoletana senza esserlo...
fz