Si spengono i riflettori e l'attenzione si perde (dopo l'onda emotiva della mobilitazione mondiale dei primi giorni) lasciando rovine e dolore su città, montagne e campagne. La favolosa KATMANDU non esiste proprio quasi più: restano le macerie (sofferenze) e le emergenze (esigenze) concrete e reali in famiglie e bambini ormai allo stremo. DIO AMA CHI DONA CON GIOIA - esorta il vescovo citando San Paolo ai “Corinzi”. Sabato e domenica prossimi si farà una “colletta straordinaria” donando ai terremotati con la CARITAS. Rispondere con la solidarietà oltre ogni divisione e fragilità incontro agli altri perché sono tante “le devastazioni” fra noi causa “presunzioni e meschinità”. NON ABBIAMO QUAGGIU' UNA STABILE DIMORA -conclude il pastore- siamo di passaggio ma non meno impegnati e responsabili, soprattutto come credenti, verso le vittime perché SONO TUTTI VIVI se ci si guarda dentro per “l'essenziale” che basta a tutti: LA CONVERSIONE (dei cuori).
fz
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