Violenza di genere, UDS e CSU: "Se l'è andata a cercare, così la donna è vittima due volte"

Serata di sensibilizzazione "Dare il nome alla violenza" con la proiezione di "Nome di donna" di Marco Tullio Giordana.

Il non detto, i silenzi che sempre accompagnano le violenze, la solitudine, il senso di colpa, l’inadeguatezza che contraddistingue non solo chi è vittima di abusi, ma anche chi sta intorno. Si è parlato di questo nella serata di sensibilizzazione di ieri "Dare il nome alla violenza". Oltre al dibattito la proiezione di "Nome di donna" di Marco Tullio Giordana, scelto attraverso una collaborazione tra Unione delle Donne Sanmarinesi e la Centrale Sindacale Unitaria.

"Questo film parla di molestie nel luogo di lavoro ed è fondamentale tenere i riflettori accesi perchè c'è tanto sommerso. A San Marino sono stati fatti dei passi avanti per combattere questo reato - ha commentato Milena Frulli, segretaria CDLS - con la ratifica della convenzione 190 ILO e il piano pluriennale. Ma è tempo di convocare un tavolo ed affrontare la parte normativa".  L'iniziativa ha il Patrocinio dell'Authority per le Pari Opportunità e della Giunta di Castello di Domagnano.

"Il primo lavoro da fare è culturale perchè nella società c'è la tendenza a minimizzare e soprattutto nel posto di lavoro è difficile essere credute  - ha spiegato Valentina Rossi, presidente UDS -. È vittimizzazione secondaria dire che la vittima di una violenza «se l’è andata a cercare» o ha denunciato tardi o è responsabile dello stupro per gli abiti che indossava, per le sue abitudini sessuali o perché era sotto l’effetto di sostanze. Così come è vittimizzazione secondaria diffondere o pubblicare immagini e video della violenza".

"È necessario, stabilire in modo inequivocabile che violenze e molestie vanno perseguite d’ufficio e che la denuncia può provenire anche da un soggetto terzo; ciò è determinante anche per la piena e corretta applicazione dello stesso Piano Nazionale Pluriennale - ha concluso Enzo Merini, segretario CSDL - Vanno tutelate tempestivamente le vittime di abusi, attraverso il diritto alle dimissioni per giusta causa e l’accesso ai relativi ammortizzatori sociali, oltre a creare specifici percorsi di reinserimento lavorativo. Aumentano le violenze commesse da persone sempre più giovani, e se questo è lo scenario è necessario un lavoro culturale a carico delle nuove generazioni". 

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