Quaranta lettere ufficiali inviate ad altrettanti Paesi non solo europei, per ricercare intese in materia di doppia imposizione fiscale. La Repubblica di San Marino intende allargare la schiera degli accordi bilaterali alla ricerca di strumenti fondamentali per il rilancio dell’economia e nuove opportunità di sviluppo. Sulla scorta dell’accordo già firmato con la vicina Repubblica italiana, si pensa ora di estendere patti analoghi a quelle realtà con le quali già sono in atto scambi commerciali e quelle con le quali si pensa invece di poterli avviare. Destinatari 14 paesi UE, 10 che entreranno a farne parte dal prossimo mese di maggio e altre 16 nazioni individuate fra quelle che gli stessi imprenditori sammarinesi hanno ritenuto interessanti. In alcuni casi, in particolare con i paesi dell’Unione Europea, si è subordinato l’eventuale adesione alle richieste di Bruxelles in materia di tassazione sui redditi da deposito, proprio alla sottoscrizione dei concordati contro le doppie imposizioni. San Marino cioè potrà accogliere alla scadenza del 2010 gli standard OCSE, solo se saranno stati perfezionati accordi contro le doppie imposizioni fiscali. Una contropartita importante per la Repubblica. Le 40 lettere sono partite dalla Segreteria degli Esteri già da qualche mese e le prime risposte stanno arrivando. Fra le più tempestive, e anche significative, è quella degli Stati Uniti d’America, il cui Governo, per voce dell’ambasciatore a Roma, Melvin Sembler, ha già assicurato la disponibilità ad aprire la trattativa. Le autorità del Belgio si sono impegnate ad inviare un progetto di convenzione sul quale aprire il confronto nel secondo trimestre del 2004. La Slovacchia è invece pronta a sedersi allo stesso tavolo fin dal gennaio del prossimo anno. Malta, dal canto suo, ha già inviato una propria bozza di accordo ed è in attesa delle osservazioni del governo sammarinese. La Gran Bretagna ha rinviato alla revisione del marzo 2004 sugli impegni del suo Ministero alle Finanze, la possibilità di prendere in considerazione la cosa. La Cina ha chiesto di rinviare il confronto ad un periodo da concordare. La Russia, come altri paesi contattati, si è riservata di comunicare presto le sue intenzioni.
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